Telelavoro

Con telelavoro si intende solitamente una organizzazione del lavoro in cui il lavoratore opera dal suo domicilio – che viene attrezzato con una postazione ad hoc che include il pc e gli altri strumenti necessari – per uno o più giorni alla settimana.

Questa modalità deve essere autorizzata dal datore di lavoro e concordata tra le parti, che definiscono le fasce di reperibilità, l’oggetto della prestazione e i giorni, sempre nel rispetto del monte ore settimanale lavorativo previsto dal contratto applicato.

E’ una misura quindi rivolta a lavoratori subordinati, sia del settore pubblico sia del privato, rispetto ai quali il datore ha le stesse responsabilità in materia di sicurezza e salute previste per la sede di lavoro originaria. La scelta di telelavorare è sempre reversibile, sia per scelta del lavoratore che del datore di lavoro. Ai telelavoratori competono i medesimi diritti dei lavoratori "tradizionali", ad esempio per quanto attiene all'attività sindacale o all'accesso alla formazione.

Oggi, oltre al telelavoro domiciliare, esistono forme di telelavoro in cui i dipendenti raggiungono spazi comuni attrezzati dedicati ai telelavoratori che, essendo più vicini al domicilio di quanto non sia il posto di lavoro, consentono di ridurre i tempi di spostamento o addirittura di non essere più pendolari. In alcuni casi, viceversa, sono le aziende a richiedere ai dipendenti che la prestazione sia svolta da remoto, scegliendo di delocalizzare parti del lavoro per risparmiare sui costi fissi che gli uffici comportano.

(D.P.R. 8 marzo 1999 n. 70 “Regolamento di disciplina del telelavoro nelle pubbliche amministrazioni”, a norma dell'articolo 4, comma 3, della L. 191/1998; Accordo quadro europeo sul telelavoro del 16 luglio 2002, per il settore privato)

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