Pubblicato da Istat il nuovo rapporto sull’offerta di asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia in Italia

12 dicembre 2019

L’Istat ha pubblicato sul proprio sito il nuovo rapporto periodico sull’offerta di asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia in Italia.

Nell’anno scolastico 2017/2018, i posti nei servizi educativi rivolti alla prima infanzia coprivano il 24,7% dei potenziali utenti (bambini con meno di 3 anni). Rispetto all’anno precedente, si è inoltre registrato un incremento del +0,3% di posti autorizzati al funzionamento sul territorio nazionale.

L’offerta dei servizi educativi per la prima infanzia è quindi ancora sotto il parametro del 33% fissato dall’Unione europea (Ue) per l’anno 2010, con 13 mila servizi educativi per la prima infanzia attivi sul territorio e 354.641 posti, di cui il 51% sono pubblici.

Nel complesso, l’offerta di posti si compone per circa l’80% di asili nido tradizionali, a cui si aggiunge il 2% di posti nei nidi aziendali e il 10% nelle cosiddette “sezioni primavera”, a cui possono accedere i bambini dai 24 ai 36 mesi. Il rimanente 8% è rappresentato da servizi integrativi.

A livello territoriale persiste ancora un’elevata eterogeneità sia per quanto riguarda l’offerta, rappresentata dalla quota di Comuni che offrono i servizi (Nord-est 89,4%, Nord-ovest 59,1%, Centro 54,3%, Sud 47,2% e Isole 33,8%, con un valore medio nazionale del 58,3%), sia rispetto ai bambini residenti presi in carico dai Comuni: si passa dal 19,6% del Nord-est al 5,1% del Sud, a fronte di un valore medio nazionale che si attesta al 13,5%. Mentre in Valle D’Aosta hanno un posto disponibile nei servizi educativi 47 bambini su 100, in Campania meno di 9.

Il rapporto inoltre evidenzia che il carico medio che deve sostenere una famiglia per il servizio di asili nido, pari a 1.570 euro all’anno nel 2015, è salito a 1.996 euro all’anno nel 2017. I vincoli economici spiegano una parte non trascurabile della mancata iscrizione all’asilo nido dei bambini: nel 2018, il 12,4% dei genitori di bambini fra i 0 e i 2 anni dichiara di non avere iscritto i figli all’asilo nido a causa dei costi eccessivi.

Il rapporto pubblicato è stato realizzato anche a seguito di un accordo di collaborazione stipulato a marzo 2019 fra il Dipartimento, l’Istat e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, al fine di produrre, diffondere e analizzare dati statistici relativi ai servizi-educativi per la prima infanzia. I dati riferiti all’anno scolastico 2017/2018 rientrano nella seconda annualità dell’accordo.

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