Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia 2024

5 maggio 2024

In occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, istituita con la legge n. 41 del 2009, quale momento di riflessione per la lotta contro gli abusi sui minori, il Dipartimento per le Politiche della famiglia presenta sul proprio sito internet istituzionale la III edizione della campagna di comunicazione volta a diffondere una maggiore conoscenza del numero 114- Emergenza infanzia, di cui lo stesso Dipartimento è titolare, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno dell’abuso e della violenza a danno delle persone di minore età.

Attraverso il numero 114 è possibile segnalare situazioni di disagio o pericolo riguardanti minorenni. La campagna intende promuovere, in particolare, la conoscenza del numero 114 tra le giovani generazioni, incoraggiando bambini e ragazzi a non rimanere in silenzio e a chiedere aiuto, qualora siano vittime o testimoni di abusi e violenze nei confronti di minorenni, rivolgendosi con fiducia al numero di emergenza infanzia.

“Nella Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia” – ha dichiarato la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella – “è importante porre l’accento sulla sensibilizzazione e sulla conoscenza degli strumenti di emergenza a tutela dei bambini, e dedicare un’attenzione specifica al tema del digitale. Se è vero infatti che non tutti i rischi per i minori derivano dalla Rete, è altrettanto vero che la precoce dimestichezza che i bambini acquisiscono con le nuove tecnologie rappresenta oggi, come abbiamo detto più volte, un’opportunità ma anche un’insidia su cui è necessario riflettere. Ma è fondamentale anche focalizzare l’attenzione sul disagio crescente tra i giovani e i giovanissimi, che è sempre più evidente al punto di aver conquistato centralità nel dibattito pubblico. E, ancora più a monte, sulla crisi educativa sulla quale da tempo si è provato a lanciare l’allarme, che ormai si manifesta in una molteplicità di forme ed è il motivo per il quale l’esposizione dei più piccoli alle insidie della modernità è fonte di una così grave inquietudine.

Ad essere cambiato sotto i nostri occhi non è infatti soltanto il ventaglio dei contenuti ai quali i ragazzi riescono ad accedere, non sono solo gli strumenti sempre più avanzati che i figli utilizzano meglio dei genitori, i quali si sentono spesso impreparati e disarmati. Ad essersi slabbrata è quella rete educativa e relazionale che, come una sorta di impronta e di protezione di ultima istanza, a lungo ha reso i pericoli qualcosa di affrontabile, e le sbandate un’esperienza tendenzialmente rimediabile.

Se oggi la percezione è cambiata” – ha continuato la Ministra Roccella – “è perché il disagio giovanile si inserisce nel quadro di una crisi più ampia, nella quale famiglie sempre meno numerose si sentono prive di punti di riferimento e non riescono ad esserlo a loro volta, la lunga permanenza dei ragazzi in famiglia ha come contraltare un rapporto allentato e indebolito con i genitori, e alle relazioni parentali si sostituisce un confronto sempre più esclusivo con il gruppo dei pari – confronto che non è educativo ma può essere molto duro e competitivo – e l’assorbimento senza filtri dei modelli proposti dal web.

Ciò che oggi rende l’esposizione precoce alla Rete così pericolosa non è tanto e non è solo la familiarità che i bambini acquisiscono con ogni tipo di device, ma è la crisi di un quadro educativo che li aiuti a decodificare contenuti e relazioni, è la sostanziale solitudine che accompagna l’esperienza digitale, è la pervasività di modelli formativi – anzi, direi “deformativi” – che va oltre anche i rischi specifici.

Ciò su cui bisogna intervenire non è dunque soltanto la prevenzione dei pericoli e l’aiuto in caso di necessità, ma è anche la ricucitura di un contesto smagliato, il ripristino di un tessuto connettivo fatto di relazioni forti e rassicuranti, che forniscano ai ragazzi un orientamento anche quando si perdono e li preservino dalle solitudini del nostro tempo.

Per questo, nel porci fin dal primo giorno il problema di come prevenire l’esposizione dei minori ai contenuti inadeguati e violenti del digitale, il nostro approccio è stato quello del sostegno alle famiglie. Abbiamo scelto di investire sulle famiglie, di fornire loro strumenti per riempire nuovamente di senso e di contenuti quel ruolo educativo la cui crisi è oggi all’origine del disagio. Lo abbiamo fatto ad esempio con il “decreto Caivano”, attraverso il quale abbiamo introdotto strumenti concreti di promozione del parental control, le app – finora troppo poco utilizzate - attraverso le quali i genitori possono monitorare tempi e contenuti dell’esposizione dei minori ai canali internet. E lo abbiamo fatto affidando ai centri per la famiglia, da tempo esistenti ma finora sostanzialmente privi di funzioni, il compito di supportare le famiglie nell’utilizzo di questi sistemi.

La prevenzione e la repressione sono infatti importanti” – ha concluso la Ministra – “ma ancora più importante è la relazione, quella relazione primaria che rappresenta il nucleo dal quale i ragazzi imparano a vivere e si sentono rassicurati. È importante ricordare servizi come il numero di emergenza nazionale 114, una mano tesa verso i bambini e i ragazzi e in pericolo. Ed è importante lavorare affinché le famiglie non siano più sole, perché famiglie meno sole significano individui meno soli”.

La campagna del numero 114 Emergenza infanzia sarà presto diffusa sui canali radiotelevisivi della RAI e, successivamente, sulle principali piattaforme social utilizzate dai ragazzi.

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