Il progetto pilota in Italia

Il Sistema europeo di garanzia per i bambini vulnerabili (Child Guarantee) ha lo scopo di assicurare che bambini e adolescenti in situazioni di vulnerabilità abbiano accesso a questi servizi di qualità.

La prima fase dell'iniziativa è iniziata nel 2015 con una Risoluzione del Parlamento europeo che auspicava lo sviluppo di un Programma di Garanzia per l’infanzia e l’adolescenza per il contrasto della povertà multidimensionale. Cinque gli ambiti coinvolti: istruzione, salute, nutrizione, condizioni abitative e cura della prima infanzia.

La seconda fase del programma riguardava lo studio di fattibilità, da cui sono stati identificati i quattro gruppi prioritari.

Nel luglio 2020 la Commissione Europea ha dato il via a una terza fase pilota (che durerà fino al 2022).

Nella terza fase pilota sono coinvolti i Governi in Italia, Croazia, Bulgaria, Grecia, Spagna, Germania e Lituania, nella sperimentazione di sistemi di intervento per il contrasto alla povertà minorile e all’esclusione sociale, come possibili modelli per gli Stati membri dell’Unione Europea, in collaborazione con il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef).

Con apposito decreto, è stato istituito il Gruppo di lavoro (Steering Committee) interministeriale per l’implementazione dell’esperienza pilota della Child Guarantee in Italia, composto da rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Dipartimento per le politiche della famiglia - Presidenza del Consiglio dei ministri e di Unicef Italia.

Nel corso degli incontri periodici del gruppo di lavoro, sono stati definiti e concordati i termini di coinvolgimento dei soggetti partecipanti.

In particolare, si è stabilito il coinvolgimento e i termini del supporto che i soggetti istituzionali garantiranno all’effettiva implementazione delle attività pianificate, collaborando ai processi di analisi preliminare, di attuazione del programma della Child Guarantee, nonché della sua successiva valutazione.

A seguito della prima fase di confronto in seno al gruppo di lavoro, alle cui riunioni partecipano come invitati rappresentanti della Commissione europea, le amministrazioni aderenti hanno condiviso - anche nell'ambito di incontri bilaterali -  con Unicef Italia alcune aree di azione da promuovere nell’ambito della sperimentazione in corso.

 Nel dettaglio, le azioni riguarderanno le seguenti aree specifiche:

  1. rilancio dell’affidamento familiare in Italia, attraverso:
    1. la valorizzazione e l’attualizzazione delle Linee di indirizzo per l’affidamento familiare, approvate nel 2012, e delle Linee di indirizzo per l’accompagnamento delle famiglie in condizione di vulnerabilità (2017);
    2. la valorizzazione di esperienze di affido attivate sul territorio nazionale a favore di minori stranieri e di minori non accompagnati;
  2. accompagnamento all’autonomia dei neomaggiorenni in uscita dai percorsi di tutela a seguito di un provvedimento di allontanamento dalla famiglia di origine, attraverso  interventi finalizzati a prevenire condizioni di povertà ed esclusione sociale, permettendo ai neomaggiorenni di completare il percorso di crescita verso l’autonomia, con particolare attenzione agli aspetti dell’housing sociale e co-housing, nonché del potenziamento della transizione scuola-lavoro mediante lo sviluppo delle competenze del XXI secolo e l’inserimento lavorativo;
  3. promozione di azioni sul contrasto alla povertà educativa e sulla protezione delle categorie di minorenni più vulnerabili;
  4. sperimentazione relativa alla partecipazione dei bambini e dei ragazzi;
  5. sperimentazione dell’esperienza dell’affiancamento familiare nel quadro delle attività promosse dai Centri per la famiglia;

In contemporanea alla definizione più dettagliata delle azioni che andranno attuate nei prossimi mesi, si stanno definendo i termini per l’avvio della deep dive analysis, che servirà a fornire la cornice di contesto in relazione alle caratteristiche del quadro nazionale nel quale ci si trova ad operare.

In tutte le fasi del programma l’Unicef assicurerà la partecipazione dei bambini e adolescenti al processo, attraverso due strumenti: un organo consultivo composto da minorenni e giovani e l’implementazione di strumenti e piattaforme dedicate all’ascolto e all’amplificazione delle loro voci.

Successivamente si procederà all’attuazione delle attività previste e concordate nell’ambito della sperimentazione, da realizzarsi entro il mese di giugno 2022.

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